Martina Franca

Tra oliveti e vigneti che si alternano alla macchia mediterranea, nel cuore della Valle d'Itria sorge Martina Franca: uno scrigno di tesori naturali e barocchi che vi conquisterà .

La fondazione del borgo risale al 1300, quando il villaggio venne ampliato da Filippo D’Angiò, Principe di Taranto, il quale per favorire lo stanziamento, concesse agli abitanti delle franchigie
Una particolarità che diede origine al nome della città, denominata “Franca” proprio per il privilegio concesso ai suoi abitanti e “Martina” in onore di San Martino, patrono della Cavalleria Francese.
La città oggi conta circa 50 mila abitanti, ed è un importante centro industriale nel comparto tessile e nell’agro-alimentare, legato alle attività di allevamento. Martina Franca è anche una meta turistica molto ambita, in particolare nei giorni in cui annualmente si svolge il prestigioso appuntamento musicale del Festival della Valle d’Itria.

La fondazione del borgo risale al 1300, quando il villaggio venne ampliato da Filippo D’Angiò, Principe di Taranto, il quale per favorire lo La visita si svolge all’interno delle mura angioine , passando attraverso le antiche porte e inoltrandosi tra le stradine del suggestivo centro storico dai pregevoli monumenti, palazzi, chiese e piazze, in stile barocco e rococò.
Si può partire dalla settecentesca piazza Roma, ornata al centro dalla Fontana dei Delfini, dove si erge il settecentesco Palazzo Ducale dall’imponente facciata nel più tipico stile barocco di quest’area; l’edificio oggi ospita, nelle eleganti sale affrescate, il Municipio e il Museo delle Pianelle, che custodisce testimonianze del patrimonio ambientale ed è sede di convegni scientifici.
Pregevole è la chiesa di San Vito dei Greci, in via Ciaia, risalente all’XI secolo, con facciata in bugnato terminante con campanile a vela.
In località Masseria Vecchia Badessa le indagini archeologiche hanno documentato una frequentazione sin dall’età del Bronzo e hanno evidenziato i resti di un grande edificio a pianta rettangolare, di cui si conservano, a livello di fondazione, tre lati perimetrali, datato al IV sec. a.C., sulla base dei materiali ceramici rinvenuti.

Attraverso l’arco di Sant’Antonio, procedendo su corso Vittorio Emanuele e ponendo attenzione ai palazzetti storici che vi si affacciano, si raggiunge la Collegiata di San Martino, l’edificio-simbolo dell’arte barocca martinese.
La chiesa, dedicata al Santo patrono della città, risale alla seconda metà del XVIII secolo e fu edificata su un’antica collegiata romanica in stile barocco ad opera del noto architetto milanese Giovanni Mariani: ha un’elegante facciata con portale adornato da un gruppo scolpito che raffigura il santo e un interno a croce latina a una navata riccamente decorato con sculture, marmi policromi e arredi in argento.
A sinistra della chiesa si può ammirare il Palazzo della Corte e la vicina Torre dell’Orologio, entrambe realizzazioni della metà del XVIII secolo.
Merita una visita anche la vicina Chiesa di S. Domenico (metà XVIII secolo), costruita su una preesistente costruzione romanica dedicata a San Pietro, con prospetto scandito in due ordini da lesene e affinato da capitelli impreziositi da cariatidi.
Uscendo dal centro storico da porta del Carmine, non prima di una sosta ad una terrazza che offre la possibilità di godere del panorama dell’intera valle, si giunge alla chiesa del Carmine: edificata tra il 1727 e il 1758 in elegante stile barocco, conserva all’interno, tra le altre opere di artigianato artistico, una pregevole statua policroma attribuita allo scultore Stefano da Putignano.

Gastronomia

In città e nelle immediate vicinanze potrete apprezzare le delizie della produzione enogastronomica, gustare la tipica carne “al fornello” preparata dalle diverse macellerie della città, o il tipico capocollo martinese, innaffiando il tutto con il bianco “Martina” vino D.O.C. della valle d’Itria.
La cucina martinese,infatti, è il frutto di un perfetto equilibrio fra le tradizioni gastronomiche contadine e la memoria storica di una popolazione, che ha fatto dell’olio e del vino i componenti fondamentali dell’arte del desinare.
L’agroalimentare costituisce uno dei comparti produttivi più importanti nell’economia cittadina.
I prodotti tipici martinesi, dai formaggi ai salumi (in particolare il capocollo), dai prodotti da forno al vino, dall’olio alla pasta, sono ormai conosciuti ed apprezzati a livello internazionale grazie alla loro qualità e genuinità.
Recentemente, il Comune di Martina è entrato a far parte della rete delle “Città Slow” istituita dalla “Slow Food”, associazione impegnata nella valorizzazione dei prodotti tipici dell’agroalimentare.
Tra le prelibatezze gastronomiche locali premiate dalla “Slow Food” particolare importanza ricoprono il capocollo e la ricotta forte che presto diverranno titolari di propri presidi di tutela.
Moltissimi sono i dolci tradizionali martinesi prodotti durante il periodo delle festività natalizie (carteddete, purcidde, pettule, entreme de vicchie) e pasquali (pucciatidde, cavaddistre, fecazzedde)

Prodotti da forno: pane, frise e taralli

A Martina la tradizione vuole che le frise si gustino ammorbidite in acqua tiepida, con pomodoro fresco, olio, sale e origano.

Fave e Cicorie

Immancabili, nella cucina martinese, le fave battute (ridotte in purea insieme a 1/4 di patate) accompagnate dalla verdura selvatica. Il piatto, che in origine andava fatto cuocere in pignatta sulla brace del caminetto, si accompagna solitamente con olive nere e peperoncini verdi.

Orecchiette, braciole e polpette

Le tipiche orecchiette pugliesi, a Martina vengono solitamente preparate per il pranzo domenicale, unite alle polpette di carne e alle braciole (involtini di vitello) al sugo.

Fegatelli (gnummaridde)

Tappa d’obbligo negli itinerari eno-gastronomici martinesi, le numerose macellerie specializzate nel servizio di “fornello pronto”, che consente di gustare carne mista arrostita nel forno a legna, appena sfornata.

Eventi

Il folklore a Martina è molto variegato e ricco di suggestivi avvenimenti che ricalcano la vita dei contadini di un tempo. Molti di questi avvenimenti hanno perso il loro significato autentico, ma continuano ad attirare la curiosità dei cittadine e soprattutto dei turisti. Dopo le festività natalizie il primo appuntamento importante è quello della fiera della Candelora (2 febbraio) che dura un intera giornata attirando visitatori da ogni paese al fine di concludere un buon affare.
Durante il periodo della Quaresima, passeggiando per il borgo antico, si intravedono delle pupazze, chiamate Quarantene, sospese ad un filo, quasi a voler ricordare il lento intercedere della quaresima con le sue privazioni. E sempre nel periodo della quaresima brevi momenti di ilarità erano dati dalla sega vecchia a metà quaresima, tradizione che purtroppo si è persa, mentre, rimane ancora la tradizione della pignata che viene riproposta da diversi ristoranti fra le note di una pizzica – pizzica e di un buon bicchiere di vino.
Altrettanto suggestiva è la settimana di pasqua che propone la processione dei misteri istituita nel lontano XVIII secolo. Il santo patrono, San Martino, si festeggia l’11 novembre, giorno in cui viene organizzata una grande fiera mentre d’estate, specificatamente la seconda domenica del mese di luglio, la città si veste nuovamente a festa con le giostre e bancarelle di ogni genere.
Martina Franca è detta anche la “Città del Festival della Valle d’Itria”. Con questo cartello, infatti, la città accoglie i visitatori che giungono in ogni periodo dell’anno. Martina Franca è divenuto la meta preferita di quel turismo culturale specializzato, che associa itinerari particolari ad iniziative di spettacolo di rilievo internazionale. Il suo festival lirico, infatti, si è affermato da oltre 30 anni, per l’originalità delle opere prodotto, per la maggior parte di rara esecuzione. Quest’anno si svolgerà dal 15 luglio al 2 agosto.